Pheromones: come tutto è (s)partito

L’altra sera stavo in macchina con Francesco (degli 8 Syntagma) che, come avrete ormai capito, è il mio portale per il mondo musicale trentino. Stavamo tornando a casa in un viaggio della speranza con la frizione della macchina rotta e molto tranquillamente lui mi dice «Sai chi dovresti intervistare? Pippo Balestra e i Pheromones, hanno fatto uscire un bel album a dicembre». Mentre lo dice prende il suddetto album e fa partire il disco. E così eccoci qui con la nostra prossima band di questa rassegna: i Pheromones!

Avete presente quelle situazioni in cui tutto va esattamente come deve andare alla faccia della legge di Murphy? Chessò: incontri una persona che ti sta simpatica a pelle e da subito diventa l’amico per la vita. Oppure decidi che vuoi imparare a ballare il tango e ti scopri incredibilmente talentuoso pur senza averlo mai fatto prima. Ecco, i Pheromones nascono così: completamente a caso!

«La storia è questa – dice il batterista Pippo Balestra – i musicisti in zona sono sempre gli stessi che si scambiano e noi ci siamo trovati per fare una jam. Da subito abbiamo scoperto di avere una chimica incredibile e abbiamo deciso che non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione. Così abbiamo cercato una cantante e, dopo due settimane di corteggiamento, Lori ha convinto Meg a cantare anche se non lo aveva mai fatto prima. Così sono nati i Pheromones, a caso».

Ma facciamo un passo indietro: chi sono i nostri protagonisti di questa puntata? Ve li presento: Lorenzo Tonolli (bassista), Alberto Capuzzo (chitarrista), Filippo Balestra (batterista) universalmente detto Pippo, e Margherita Dei Michei (voce).

Lorenzo Tonolli, classe’95, si avvicina alla musica suonata alle medie: «un mio amico è venuto da me e mi ha chiesto “Hai voglia di suonare il basso?”. All’epoca non sapevo neppure cosa fosse un basso». Nonostante questo, Lorenzo decide di dar retta al suo amico («appassionato di black metal, di Satan metal e di tutto ciò che di più oscuro c’era sulla terra») e chiese ai genitori di comprargli un basso. «Così i miei mi comprarono un basso, l’unico basso che mi comprarono, su EBay. Oltre al basso mi comprarono un amplificatore – che a volte uso ancora- su Bazar». Successivamente il percorso musicale di Lorenzo si amplia e si espande «in un gruppo che volevamo formare mancava la chitarra e così mi avvicinai anche a questo strumento».  A dicembre 2020, Lorenzo si trova ad una jam session con Alberto e Filippo e da quel momento nasce l’emblema dei Pheromones «totalmente a caso, e in questa casualità c’è una forte naturalezza: ognuno riesce a portare il massimo della propria ispirazione musicale e non solo. Inizialmente non facendo troppo caso a quello che stavamo facendo, mentre ora ci si tira un po’ più delle pippe, io per primo (poi me le sento da Pippo e da Albi)».

Alberto Capuzzo , classe ’93, comincia  a suonare a 15 anni «perché i miei amici suonavano e quindi volevo suonare anche io. Mi sembrava una cosa fica». Da allora, accompagnato dalla chitarra, si muove sulla scena musicale sotto la stella polare dell’amicizia, motivo per cui cominciò a suonare da adolescente e filo conduttore della sua esperienza: «Il motivo per cui i Pheromones funzionano è che ci divertiamo a suonare e facciamo musica che ci piace».

Filippo Balestra che io sento sempre nominare come Pippo-Balestra (tutto attaccato), classe ’97, batterista per vocazione dalla tenera età di 7 anni. «Quando ero piccolissimo mi divertivo a battere i cucchiai sulle padelle, quindi i miei genitori mi hanno iscritto a un corso di batteria». Da allora la relazione di Pippo-Balestra con la musica è stata estremamente monogama e fatta sempre e solo di piatti e tamburi («infatti con le note sono un cane»). Dopo un periodo di pausa dalla batteria, Pippo-Balestra riprende a suonare «un po’ a caso e in gruppo. Un giorno mi hanno chiamato Lori e Alberto che dovevano fare le prove con un altro loro gruppo, ma Sam (personaggio che approfondiremo nel prossimo episodio) non c’è era quindi abbiamo pensato di fare una jam. Ci siamo gasati un casino! Da quel momento non ho più smesso di suonare e ci siamo messi a ce3rcare una voce femminile per completare la band. Doveva essere una voce femminile, però non di quelle impostate, una cosa punk e così a Lori è venuta in mente Meg».

Meg, alias Margherita Deimichei, classe ’93, cresce con la musica «perché mia mamma è una pianista diplomata al conservatorio e quando si esibiva in concerto io andavo a sentirla». Nonostante i tentativi materni di avvicinare Meg al piano, la cantante dei Pheromones decide di iniziare il suo viaggio musicale dalle percussioni: «ho cominciato dalla batteria e poi mi sono spostata un po’ su altre percussioni come lo xilofono o il Glockenspiel. Mi piacevano le percussioni perché potevo suonarci le canzoni rock». Insomma, per Meg la musica è nel DNA e dopo una piccola deriva verso il clarinetto, arriva Lorenzo «che era l’unico che conoscevo della band. Avevo da poco comprato un basso da lui quindi quando si sono trovati a cercare una cantante gli sono venuta in mente. Totalmente a caso perché io non avevo mai cantato prima in vita mia». Ci sono volute due settimane di quotidiani tentativi di convincimento, ma alla fine Lorenzo ha portato Mag in sala prove (che come tutte le sale prove è umida e puzzolente). «Abbiamo cominciato con le cover per testare il timbro vocale e per vedere se fossi davvero in grado di cantare. Da subito mi sono trovata benissimo con loro, mi stavano simpatici e ci vedevamo volentieri e poi sono stati bravi e pazienti e dopo un bel po’ di prove siamo riusciti a ingranare».

 

«Una sera eravamo a casa di Lori e lui era particolarmente in fissa con Pheromones, una canzone dei Meth Wax. Noi stavamo cercando il nome per la band e non ci veniva niente di buono (avevano proposto pure Margarita per il drink, ma era terribile). Alla fine ci piaceva questa parola, Pheromones, e siamo andati a vedere cosa fossero. Ci è piaciuto e così ci siamo chiamati, del tutto a caso»
Meg
Cantante

Insomma, i Pheromones nascono dalla chimica che si è istantaneamente sviluppata tra i suoi componenti: «fondamentalmente stavamo bene insieme. Abbiamo sviluppato subito un feeling naturale sia come persone sia dal punto di vista musicale quindi ci si trovava volentieri, si compravano le birre e si passavano le serate a provare ed era bello così». Siamo nel dicembre 2020 e questi quattro neo-amici si trovano a sfidare la zona rossa per stare insieme, per suonare e per staccare dalla vita noiosa della pandemia.

«All’inizio non c’era nessuna idea di fondo. Non volevamo fare un album, non volevamo fare un gruppo, semplicemente volevamo suonare insieme. Le cose sono venute da sole: ci siamo beccati a suonare tra amici, abbiamo visto che funzionava, abbiamo continuato a farlo e sono nate tante canzoni. Ad un certo punto avevamo così tanti pezzi che valeva la pena fare un album». Insomma, la musica per i Pheromones è questo: casualità, naturalezza e soprattutto amicizia: «la cosa davvero bella di suonare con un gruppo di amici è avere quel momento in cui puoi staccare da tutto, dal lavoro, dai problemi, e farti due ore coi tuoi soci. Se poi viene fuori qualcosa di bello e riusciamo a esprimerci, meglio, altrimenti passiamo del tempo insieme e va bene così».

È a questo punto della storia che nasce Pheromones il primo album omonimo del gruppo. «È uscito nel 2023. Lo abbiamo chiamato come il gruppo perché facciamo schifo a trovare i nomi. Nel 2023 erano già due anni che suonavamo insieme e avevamo mandato fuori un EP. Avevamo tante canzoni che stavano bene insieme e quindi ci siamo limitati a scegliere le più belle. Non ci siamo nemmeno dovuti sforzare di aggiungere una settima o una canzone. È venuto tutto molto naturale». Per produrlo i ragazzi si sono affidati a Lorenzo Piffer, trentino che vive a Parma e habitué della zona musicale underground a cui si affidano buona parte dei gruppi punk locali per registrare i loro album.

Insomma, questa storia è un buon mix di amicizia, casualità e musica che mescolate insieme hanno dato vita ai Pheromones e alla loro musica che trovate su Spotify e su YouTube. 

Buon ascolto e alla prossima!

Daph
«Anche per noi è difficile incasellarci in un genere. Veniamo tutti da ascolti diversi e i nostri gusti si mescolano insieme in quello che facciamo: Lori, ad esempio, è mega in fissa con il punk, Albi ha studiato jazz al CDM, Meg è super melodica, e a me piace la roba cattiva e, a volte, anche quella lenta tipo stoner. Tutto questo va nel calderone del nostro genere per cui è difficile definirci. Ultimamente ci hanno detto che suoniamo heavy pop e abbiamo pensato che potrebbe andarci bene»
Pippo Balestra
batterista

Carta d'identità

Nome: Pheromones

Voce: Margherita Deimichei

Musicisti: Lorenzo Tonolli (basso), Alberto Capuzzo (chitarra), Filippo Balestra (batteria)

Genere: heavy pop (dicono)

Attivi dal: 2021

Da ascoltare per: gasarsi!

«Sul disco penso che sia un bel disco, un eccellente disco, con delle note e delle percussioni importanti. Mi piace molto suonare coi miei amici, anzi tutto perché sono i miei amici e poi perché ci divertiamo a fare quello che facciamo»
Lorenzo Tonolli
bassista
«Il disco, secondo me, funziona (dal punto di vista emotivo nostro) perché ci divertiamo. È stato molto divertente sia comporlo, sia registralo, sia portarlo in live»
Alberto Capuzzo
Chitarrista
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