Maitea: come tutto è (s)partito

Tempo fa vi raccontavo dei Trentin Music Awards e del premio speciale assegnato da Radio Retebusa per il miglior album. Vi ricordate? E ricordate il nome della vincitrice? Esatto: Maitea con l’album omonimo, Maitea. 

«Vincere è stata una bella soddisfazione perché ho maturato questa idea e questo progetto e ci sono stata dietro alcuni anni. Mi sono affezionata a questo album, alla mia creatura ed è bello che venga riconosciuto» mi ha confessato Elisa emozionata.

«La vittoria dell'album è stata una grande soddisfazione anche per tutte le persone che ci hanno lavorato e che tengo sempre a ringraziare: Marco Sirio Pivetti con cui ho prodotto l’album (e che si è occupato anche del mix) presso lo studio Metrò Rec di Riva del Garda, Mauro Andreolli per il mastering, tutti i musicisti: Francesca Endrizzi alla batteria, Valentino Iob al basso, Alessio Dalla Torre alla chitarra, Massimo Faes per il pianoforte di “Lana” e Marco Mattia per quello di “Neve”, traccia in cui hanno suonato anche Stefano Eccher alla tromba, Daniele Cenci al trombone e Marco Van Bussel al sax, Elisa Pisetta e Cristian Postal per “Guardare il soffitto” e per il loro contributo in “Pagina blu”, Marco Novarese per il supporto tecnico in studio, Viky Keller per il testo della strofa di “Chissà”. Passando alla parte grafica dell’album voglio ringraziare Daniele Brusinelli che ha realizzato l’artwork della copertina, partendo dalla foto scattata da Lorenza Daprà, e Ilaria Bee che si è occupata della grafica e dell’impaginazione del Digipack e del Booklet».
Maitea
Cantante

Ma chi è Elisa Maitea Olaizola Elosua, in arte semplicemente Maitea? Ce lo racconta lei stessa in questo episodio di Come tutto è (s)partito (se vi siete persi gli episodi precedenti li trovate qui). Elisa Maitea, classe 1994, due nomi, due cognomi e due cittadinanze: italiana come la mamma e spagnola come il papà originario dei paesi baschi. «I miei genitori hanno voluto darmi due nomi, uno italiano e uno basco che, tra l’altro, ha un bellissimo significato: amata».

Elisa Maitea incontra la musica da bambina e a otto anni entra a far parte del Coro Voci Bianche della scuola musicale Celestino Eccher. «Sono sempre stata abbastanza timida e insicura quindi non mi è mai risultato semplice esprimermi a parole e nella musica ho sempre trovato la mia dimensione di benessere». Nonostante la timidezza, la piccola Elisa sul palco si sentiva al posto giusto al punto da sentirsi pienamente sé stessa: «Mi sono sempre sentita me stessa fin da quando cantavo da piccola in occasione dei “Piccoli Fans”, una manifestazione canora per bambini organizzata nel mio paese. Cantare per me è sempre stato il modo migliore per comunicare, superando le barriere della timidezza». 

La formazione musicale di Elisa Maitea prosegue al liceo quando, all’età di 14 anni, la cantante comincia un corso pomeridiano di chitarra scoprendo la bellezza di accompagnare la propria voce a uno strumento. A 15-16 anni, Elisa comincia a scrivere canzoni trovando un modo di esprimersi che le riesce bene e l’appassiona: «All’inizio scrivevo in inglese sia perché ho sempre ascoltato tanta musica anglofona e avevo l’orecchio su quella, sia perché mi sembrava che potessero capirmi meno persone e questa cosa in un certo senso mi tranquillizzava. Adesso invece amo scrivere anche in italiano perché mi piace che le persone mi capiscano e perché, essendo la mia madrelingua, ho un vocabolario più fornito e riesco ad esprimermi meglio, anche se è più impegnativo scrivere in italiano perché ha delle sonorità più difficili rispetto all’inglese». 

Il passo successivo nel mondo della musica è stato il corso di musica d’insieme offerto dalla scuola musicale negli anni del liceo: «Ho cominciato a suonare con altre persone, a conoscere tanti musicisti e formare le prime band» racconta Elisa parlando di come questo sia stato formativo e fondamentale per la musicista che è diventata. «Attualmente porto avanti il mio progetto cantautoriale sia con voce e chitarra, sia con la band composta dalla batterista Francesca Endrizzi, dal bassista Valentino Iob, dal chitarrista Alessio Della Torre e dal tastierista Massimo Faes».

Se c’è una cosa che ho imparato in questo viaggio nella musica locale è che quasi tutti i musicisti sono poliedrici e mercenari, sempre invischiati in diversi progetti e con diverse band, e questo è il caso anche di Elisa che, oltre a seguire la sua carriera di cantautrice, si esibisce con varie band: una party band di nome Wasabi con cui «facciamo musica pop dance per animare eventi e feste», un gruppo hard rock/glam metal di nome Hair feeling e, per non farsi mancare nulla, fa la corista in una band tributo ai Pink Floyd, i Like Floyd. «Insomma, canto un po’ di tutto perché mi piace variare e cimentarmi in cose diverse, la trovo una cosa stimolante e formativa. I miei primi gruppi erano funky e soul, per esempio». 

Elisa Maitea canta da sempre e scrive canzoni da oltre dieci anni, ma ancora non ha finito gli argomenti né le linee vocali: «Io parto sempre dalla musica, raramente parto dalle parole, giri d’accordi e linee vocali me ne vengono tantissimi». Il testo invece le riesce più difficile, ma l’ispirazione non le manca: «mi faccio ispirare tanto dalla natura, infatti uso spesso metafore con elementi naturali (vedi Neve, Foglie sparse, Vento) che associo a stati d’animo miei e di altre persone. Io ho una vita abbastanza normale, nessuna storia pazzesca da raccontare, quindi a volte mi capita di immedesimarmi nei sentimenti degli altri per poterli raccontare. Per esempio Armatura parla della corazze che ci si crea per non soffrire, per non subire delusioni, che è una cosa che non vedo molto su me stessa ma che vedo spesso da persone che conosco e dai sentimenti degli altri.».

La natura e le emozioni sono entrambi elementi che si trovano nel suo album Maitea il cui nome inizialmente doveva essere Come fossi vento, «una frase presente nel brano Vento che parla molto di me e che rappresenta la voglia e la determinazione di realizzarsi e concretizzare i progetti. Sono una persona che ha sempre tante idee e progetti in testa, ma spesso fatico a trovare l’ordine mentale per realizzarli e mi perdo nella procrastinazione. Vento rappresenta questo: smettere di aspettare che le cose succedano e prendere in mano le redini della propria vita». Insieme al produttore, Maitea ha però scelto di chiamare il suo primo lavoro come lei: «è stato un modo per presentarmi».

Se Maitea è riuscita a incuriosirvi e incantarvi con la sua voce sono sicura che apprezzerete i suoi progetti futuri: «Adesso ho in ballo un EP che si rifà alle mie origini basche. L’anno scorso ho fatto la tesi per il diploma del conservatorio sulla musica tradizionale basca: ho preso dei brani popolari e li ho riarrangiati in chiave più moderna per una band di 10 elementi. È piaciuto talmente tanto a tutti che ho deciso di registrarli. Queste canzoni sono tanto particolari che non puoi non rimanerne colpito quando le senti e, secondo me, ne vale davvero la pena. Il progetto sarebbe di registrare queste quattro cover riarrangiate e aggiungere un pezzo originale scritto da un amico di mio papà e musicato da me. E poi chissà, ho nel cassetto altri brani sia in italiano che in inglese». 

In attesa di scoprire la nuova musica di Maitea vi lascio il link per ascoltare il suo album vincitore! Buon ascolto.

A presto

Daph

Maitea: carta d'identità

NOME: Maitea
MUSICISTI: Francesca Endrizzi, Valentino Iob, Alessio Della Torre e Massimo Faes
GENERE: Pop/rock
ATTIVO DAL: 2015
PRIMA CANZONE: Summer Breeze
DA ASCOLTARE PER: fare un giro nella testa di Maitea.

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