C’è una minaccia sulla bandiera italiana alle prossime olimpiadi, in programma dal 23 luglio all’8 agosto 2021 a Tokyo. Il Cio (Comitato olimpico internazionale) si pronuncerà mercoledì 27 gennaio in merito alla possibilità di bandire il tricolore e l’inno di Mameli dalla prossima rassegna olimpica, obbligando gli atleti a gareggiare da indipendenti, sotto la bandiera delle olimpiadi stesse.

L’origine del problema è da cercare nella riforma sportiva portata avanti dal governo Conte I che, nel 2019, ha modificato l’ordinamento, privando il Coni di una sua autonomia, violando così l’articolo 27 della Carta Olimpica, che non prevede la possibilità che a partecipare siano paesi senza autonomia sportiva.
L’unica chance affinché si eviti questa prospettiva, i cui unici precedenti sono relativi alla Bielorussia di Lukashenko e alla Russia dello scandalo doping, è l’approvazione, entro mercoledì, di un decreto legge che restituisca l’autonomia al Coni. Questo decreto, secondo più fonti, sarebbe già pronto, ma non ancora approvato, nonostante i ripetuti botta e risposta tra il Ministro dello Sport Spadafora e il presidente del Cio, Bach. Oltre all’imminente rischio per le olimpiadi di Tokyo, un’eventuale sanzione da parte del Cio, potrebbe minacciare le olimpiadi invernali 2026, previste a Milano-Cortina.

In queste ore tutte le parti sono al lavoro per risolvere la questione, con la crisi di governo che potrebbe pregiudicare, e non poco, i lavori. Non ci resta che attendere e sperare che una soluzione venga trovata, per evitare una figuraccia addirittura peggiore della mancata qualificazione ai mondiali di calcio 2018.

 

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